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Al PalaPania arriva Fabriano. Bassi in conferenza: “Dovremo essere diversi a livello emotivo”

Conferenza stampa in vista della partita casalinga, valevole per la quinta giornata del girone rosso della Serie A2 Old Wild West, tra Umana San Giobbe Chiusi e Ristopro Fabriano. Due delle tre neopromosse del girone rosso che per la prima volta si sfidano in stagione regolare dopo l’unico incontro della loro storia, esattamente un anno fa, nel girone eliminatorio della Supercoppa di Serie B. Allora la spuntò Fabriano, al termine di una partita tiratissima e decisa per due soli punti, adesso le due compagini arrivano entrambe da una sconfitta, con la San Giobbe che vuole riscattare la brutta prestazione di Chieti e la Ristopro che vuole togliere lo zero dalla casella delle vittorie in campionato. La partita è in programma per domenica 31 ottobre alle ore 18.00 al PalaPania di Chiusi e sarà visibile con abbonamento su Lnp Pass. A presentare la sfida il Capo Allenatore dell’Umana San Giobbe Chiusi, Giovanni Bassi.

Come arriva la squadra dopo la sconfitta di Chieti?

Credo e spero che la partita di domenica scorsa ci sia servita per imparare. In settimana ci siamo allenati bene con concentrazione e con voglia, vogliamo cancellare la prestazione opaca di Chieti e i ragazzi in questo senso hanno affrontato gli allenamenti con grande applicazione.

Restando su Chieti due aspetti che saltano agli occhi: i due parziali (rispettivamente di 9-0 e di 10-0) in favore di Chieti in avvio di secondo e terzo periodo più una prova non brillante da parte di Medford. Più demerito suo o merito degli abruzzesi?

Per quanto riguarda i due parziali dobbiamo essere più bravi nel momento della difficoltà a chiudere la finestra degli errori. Questo aspetto lo abbiamo subito anche in Supercoppa; quando commettiamo uno-due errori ci disuniamo per troppi minuti consecutivi. Dobbiamo sicuramente rimanere più composti nei momenti complicati. La partita di Medford è stata in linea con quella del resto della squadra, il confine tra meriti e demeriti è sempre molto sottile. Ha fatto fatica ad entrare in partita e Chieti senza dubbio lo ha limitato con la zona, ma più che una prestazione non buona del singolo è la squadra ad essere stata opaca

Con Fabriano cosa servirà fare e che tipo di squadra vi troverete di fronte?

Come situazione psicologica siamo sulla stessa lunghezza d’onda della scorsa settimana, cioè affrontiamo una formazione con grande fame di punti e che ha bisogno di smuovere la classifica. Penso però che ci troveremo di fronte a una squadra con giocatori di grande talento. Hanno un roster e un allenatore che sicuramente, con il lavoro e con la pazienza, arriveranno nella posizione di classifica che meritano che certo non è quella che stanno occupando adesso. Quindi una partita nella quale dovremo essere molto attenti; è il momento peggiore per affrontarli perché saranno super motivati e super feriti e noi dovremo giocare quaranta minuti di grande attenzione.

Cosa dovrete temere di più di Fabriano?

Non si può nascondere che abbiano avuto un inizio di stagione complicato e molto difficile, questo è evidente. Ribadisco che secondo me i loro valori sono diversi, i giocatori che scendono in campo sono tutti di grande qualità, hanno tanti tiratori da tre punti, hanno giocatori che nei momenti caldi possono deciderla da soli quindi dovremo alzare il nostro livello.

Per quanto riguarda il vostro aspetto mentale è cambiato qualcosa?

Io credo che i ragazzi siano piuttosto arrabbiati dopo la partita di domenica scorsa. Sappiamo che possiamo giocare meglio, sappiamo che possiamo essere diversi a livello emotivo, perché contro Chieti siamo stati abbastanza piatti e noi non possiamo permettercelo. Ma i ragazzi ne sono totalmente consapevoli, quindi al di là del giocare bene o male, che comunque aiuta, la cosa che deve cambiare domenica è proprio l’impatto emotivo nella partita.

E dal punto di vista fisico come sta la squadra?

Dal punto di vista fisico noi continuiamo a lavorare con intensità tutti i giorni, anche se abbiamo ancora dei problemi che ci portiamo dietro dalla preparazione. A me però non piace tanto parlarne, non per fare pretattica, ma perché parlare degli infortunati è sintomo di debolezza. Nove-dieci giocatori che possono andare in campo li abbiamo quindi non penso ci sia niente di cui lamentarsi. Vogliamo recuperare i ragazzi che adesso non sono al cento per cento, quello senza dubbio, ma ciò non deve essere una scusa, piuttosto uno stimolo.