Raffaelli mister 100: “Orgoglioso di essere il primo giocatore a questo traguardo”
La prima volta non si scorda mai. E questa è una prima volta doppia, per Lorenzo Raffaelli e per la San Giobbe. Il numero ventidue di San Giovanni Valdarno è infatti fresco di 100 presenze in biancorosso (raggiunte domenica 26 febbraio a Mantova con aggiunta di titolo di MVP dell’incontro). Un traguardo storico per il giocatore, al terzo anno nella città di Porsenna, e per l’intera società. Sì, perché Raffaelli (firmato nell’estate 2020 nel roster che poi vinse il torneo di Serie B) tra campionato, playoff, Coppa Italia e Supercoppa, è il primo giocatore della San Giobbe ad entrare nel club dei 100. Non un caso che il ventiquattrenne toscano raggiunga questo primato qualche settimana dopo Giovanni Bassi (100 presenze, adesso 105, tagliate contro San Severo), coach dell’Umana e in particolare coach di Raffaelli; un rapporto tra i due nato con l’Use Empoli e proseguito a Chiusi.
“Una soddisfazione a livello personale ma credo che questo sia un traguardo importante anche per la società – le parole di Raffaelli. La San Giobbe è una realtà giovane, che ha iniziato ora a tagliare questo tipo di traguardi. Qualche settimana fa il coach, adesso io; sono orgoglioso di essere il primo giocatore ad aver raggiunto questo numero”.
Cento presenze nel giorno della partita con Mantova, impreziosite dalla nomina a MVP dell’incontro. A testimonianza che quando le partite contano Raffaelli è sempre presente. “Non sono certo io a doverlo dire. Io cerco sempre di dare il mio contributo, mettendo in campo tutto quello che ho”.
Adesso la sfida a Forlì, la prima della classe.
“Le partite che ci restano da giocare sono importantissime. Contro Forlì giocheremo dando tutto, come sempre e senza paura. Abbiamo avuto un periodo fortemente segnato dagli infortuni. Non siamo ancora tutti, perché manca ancora Martini, ma abbiamo dimostrato che quando siamo al completo o quasi, possiamo giocarcela con chiunque”.
Terzo anno a Chiusi e cento presenze. C’è la volontà di raggiungere numeri ancora più importanti con questa maglia?
“Speriamo. Non vedrei l’ora di firmare per proseguire qua”.
Ormai cittadino di adozione. Come è la vita in una realtà di 8mila abitanti? “Nonostante Chiusi sia un paesino, è bello vivere la quotidianità. Non solo in campo o alla presentazione a inizio stagione, ma anche trovare persone che ti fermano al supermercato o per strada per chiedere della squadra e del campionato. Sono aspetti che fanno grande piacere”.
Avere davanti ma in realtà a fianco un giocatore come Medford è uno stimolo? O una responsabilità?
“Sono dell’idea che avere davanti un giocatore come Lester non sia un problema. Io ho i minuti che mi merito e anche solo allenarsi con uno come lui è uno sprono incredibile. Lester è un leader silenzioso, non parla chissà quanto con la voce, ma fa parlare il campo. Soprattutto durante la settimana contribuisce alla crescita del singolo e della squadra. Lo ringrazio tantissimo per questo”.