San Giobbe battuta da Udine. Bassi:”Giocato solo per cinque minuti”
Una San Giobbe battuta nettamente da Udine, perde la quarta partita consecutiva ed esce per l’ennesima volta con le ossa rotte. Buono l’avvio, poi strapotere bianconero nel 43-79. Oltre la sconfitta l’infortunio a Marco Ceron, che nel tentativo di recuperare un pallone vagante ha sbattuto violentemente contro la balaustra procurandosi un taglio al ginocchio. A parlare del match il capo allenatore dei Bulls, Giovanni Bassi.
“Partita difficilmente commentatile, giochiamo in due leghe differenti. Nei primi cinque minuti abbiamo fatto quello che dovevamo, riuscendoci anche ma da quel momento in poi non c’è stata più partita. Troppo arrendevoli, troppo campo aperto concesso. L’andamento della gara è stato quello che aspettavamo, sapevamo chi affrontavamo e le cose da fare per mettere in difficoltà Udine. Farle solo per cinque minuti non basta ovviamente”.
IL pensiero va a Marco Ceron uscito in barella dopo aver sbattuto il ginocchio contro la balaustra. Come sta il ragazzo? “Ho parlato con il dottore, si tratta di un brutto taglio sopra la rotula. Forse sembrava più serio di quello che in realtà è, chiaro che è stato portato al pronto soccorso ma parliamo di un taglio e al ragazzo sono stati applicati dei punti di sutura. Il problema è la zona della ferita, che rende tutto più complesso perché molto soggetta a flessioni”.
In fase di presentazione Udine è stata definita la migliore delle squadre del girone rosso. Confermiamo dopo questa partita? “Udine gioca bene. Parliamo di una squadra intensa, enorme, che esegue ad alta velocità in attacco e molto connessa in difesa. Complimenti a loro. Noi dovevamo provare a fare molto di più rispetto a quanto fatto. Il momento non è difficile, il momento è buio. Se ne viene fuori lavorando duro, credendoci e portando qualcosa di concreto, ognuno di noi. Io non ho mai mollato nella mia vita, figuriamoci se lo faccio adesso. Chi vuole mollare deve essere sincero ed alzare la mano. Finché avrò l’opportunità di lavorare sarò totalmente dedicato alla San Giobbe come e di più rispetto al primo giorno. Se dobbiamo finire, dobbiamo farlo orgogliosi di noi stessi e dopo questa partita non possiamo esserlo. C’è da guardarsi allo specchio chiedendo chi vogliamo essere. Si può perdere, si può retrocedere, però bisogna dare il sangue e ogni possesso deve essere alla morte. Io voglio lottare ma dobbiamo farlo tutti”.